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Edvard Munch. Masterpieces from Bergen: la mostra alla Courtauld Gallery

, Scritto da Vincenzo Sebastiano

La Courtauld Gallery di Londra presenta l'importante retrospettiva dedicata al lavoro di uno dei più importanti artisti dell’arte contemporanea: Edvard Munch. Dal 27 Maggio al 4 Settembre 2022.

Mostra Munch Londra

Edvard Munch (1863-1944), Evening on Karl Johan, 1892 Oil on canvas 84.5 x 121.7 cm KODE Bergen Art Museum, The Rasmus Meyer Collection

La mostra Edvard Munch. Masterpieces from Bergen ospita una delle collezioni di Munch più importanti al mondo, quella dei musei d’arte KODE di Bergen, assemblata all’inizio del XX secolo dall’industriale norvegese Rasmus Meyer (1858–1916), che iniziò a raccogliere i lavori dell’artista mentre era ancora in vita.

Sono esposti 18 dipinti mai visti prima d’ora al di fuori della Norvegia che rappresentano un excursus della carriera dell’artista, dagli esordi fino agli ultimi capolavori. Ogni fase è qui rappresentata da opere iconiche e di grande significato che comprendono dipinti, disegni e schizzi. Si inizia con i primi esempi del periodo ‘realista’ di Munch (che diede inizio alla sua carriera) relativo anni ‘80 dell’Ottocento con dipinti come Morning (1884) e Summer Night (1889): opera fondamentale quest’ultima che riflette un primo cambiamento e lo spostamento dell’artista verso una fase decisamente più espressionista, con quadri fortemente intrisi di componenti psicologiche per i quali divenne famoso. Queste opere hanno posto le basi per i dipinti più introspettivi degli anni ‘90 dell’Ottocento, tra cui si citano le straordinarie tele della famosa serie Frieze of Life che affrontavano temi profondi dell’esistenza umana attraverso rappresentazioni viscerali della psiche umana, come Evening on Karl Johan(1892), Melancholy (1894-96) and At the Death Bed (1895).

La mostra, organizzata dalla Courtauld Gallery, in collaborazione con i musei d’arte KODE Art Museum di Bergen (Norvegia), è sponsorizzata dalla Morgan Stanley e supportata dalla Fondazione AKO e dalla Huo Family Foundation.

La collezione permanente di capolavori impressionisti e post-impressionisti della Courtauld Gallery (in mostra nella Great Room LVMH, recentemente rinnovata), fornirà un ricco ed interessante punto di partenza e di confronto per i visitatori, rivelando alcune delle ispirazioni artistiche che Munch incontrò durante i suoi anni sperimentali a Parigi dal 1889 al 1892, dove conobbe lo stile moderno ed innovativo di numerosi pittori Postimpressionisti come Gauguin, Toulouse Lautrec e Van Gogh.

Creatore del volto più inquietante ed iconico dell’arte, l’Urlo, Munch può essere considerato senza ombra di dubbio il padre radicale dell’Espressionismo, il corrispettivo norvegese di Vincent van Gogh. Paradossalmente, l’intensità emotiva dell’Urlo, la notorietà del dipinto in ogni parte del mondo, il fatto stesso che l’opera non abbia bisogno di spiegazioni, rappresentano certamente i fattori che ne fanno uno dei capolavori dell’arte contemporanea. Eppure forse ciò rappresenta anche la ragione per cui, al di là del suo nome, si conosca così poco del suo creatore: l’Urlo parla da solo. Sebbene sia diventato un simbolo universale dell’angoscia umana, il quadro rappresenta una risposta profondamente personale ed intima all’educazione e alle esperienze di Munch come giovane artista.

Ma chi era in realtà Edvard Munch? E’ proprio quello che hanno cercato di scoprire i curatori della mostra con la quale si è cercato di svelare i molti misteri che ancora oggi circondano la vita e l’attività lavorativa di Munch, attraverso l’esposizione di dipinti e stampe in parte ancora sconosciute al grande pubblico. Munch, nel corso della sua carriera, ha realizzato opere sui temi dell’amore, dell’angoscia e della morte, forti ed intense, che suscitarono critiche negative per la loro violenza espressiva, tanto che addirittura una sua mostra fu chiusa dopo pochi giorni dall’apertura. E’ stato l’artista che ha anticipato i temi dell’Avanguardia Espressionista, raccontando il dramma dell’uomo nel mondo contemporaneo, l’incomunicabilità con i propri simili e la sua profonda solitudine.

Vincenzo Sebastiano
Questo articolo è stato scritto per Qui londra da:
Vincenzo Sebastiano
Giornalista, storico dell'arte, architetto